LELO_VOLONTE_L'importanza dell'aftercare

La quiete dopo la tempesta, o dell’importanza dell’ ‘aftercare’ nel BSDM

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L’articolo che segue è stato realizzato con il contributo del dott. Matteo Radavelli, psicologo e psicoterapeuta, specializzato in problemi relazionali, terapia di coppia e difficoltà sessuali.

È ormai chiaro ai più che il tipo di approccio al sesso che una relazione BDSM sottende non si limita a vestirsi di borchie e pelle nera, o a legare il partner con un nodo da marinaio: bisogna stabilire quali sono i limiti entro i quali ci si può muovere, scegliere la parola che metterà fine al gioco, verificare che tutta l’attrezzatura che si utilizza sia in ottimo stato e… e poi c’è quello a cui nessuno arriva preparato, che in inglese si definisce ‘aftercare’, ovvero la cura che ci si dedica reciprocamente dopo che la ‘scena  ha avuto luogo.

E anche se avviene ‘dopo’, bisogna pensarci e parlarne prima.

Ma di cosa si tratta esattamente?

Che cos’è l’aftercare?

È il tempo che tu e il tuo partner dedicate al riposo e alla cura dell’altro, dopo aver preso parte a una pratica BDSM. Ci sono giochi di ruolo e azioni che possono essere impegnativi, sia da un punto di vista fisico che emotivo e questo è il momento dedicato a rilassarsi e a ritornare, lentamente, alla realtà.

Perché è necessario?

Le fantasie che ci eccitano non necessariamente sono correlate alla realtà, anzi, quasi mai lo sono (altrimenti che fantasie sarebbero?).

Il BDSM, per certi versi, serve proprio a questo: a creare uno spazio nel quale si può agire come una terribile dominatrice che mette in atto umilianti punizioni nei confronti del partner, mentre poi, nella vita di tutti i giorni, le relazioni tornano normali (e il rispetto dell’altro anche).

L’aftercare rappresenta proprio questo momento di transizione, dal mondo fantastico del ‘gioco’ a  quello della realtà della nostra vita.

Ma c’è anche l’aspetto fisico della ‘cura’.

Sono in molti a paragonare lo stato in cui ci si trova dopo una sessione BDSM alle sensazioni che si provano dopo un’intensa attività fisica. L’afflusso di endorfine unito all’eventuale sforzo fisico ti possono lasciare indebolito, affaticato, disorientato addirittura leggermente disidratato, a seconda dell’intensità della pratica messa in atto.

I vari tipi di aftercare

L’aftercare può essere di due tipi: fisico e emotivo. L’aftercare di tipo fisico comprende il rimuovere tutti gli accessori, come manette, bende, corde, maschere… e dare al partner qualcosa da bere o da mangiare, coprirlo con qualcosa di caldo, accarezzare e baciare ogni punto del suo corpo, soprattutto le parti che eventualmente portano ancora i segni dei giochi fatti insieme. O anche semplicemente limitarsi a coccolarlo e basta.

Il massaggio può essere un altro modo di entrare in contatto con il partner mentre lo aiutiamo anche a rilassarsi e riportiamo un po’ di vigore nei suoi muscoli. Ma anche una doccia o un bagno caldo sono perfetti per lavare via tutte le sensazioni e condividere un momento intimo e rilassante.

L’aspetto emotivo consiste invece piuttosto nel rivivere la pratica o la ‘scena’ che avete messo in atto, analizzando come entrambi vi siete trovati, quello che vi è piaciuto o meno, ed è estremamente importante per farvi capire i reciproci bisogni e desideri. E magari è questo il momento per rassicurare l’altro sul fatto che nessuna delle azioni che ha intrapreso nello spazio dedicato al BDSM lo rende strano o perverso.

L’ideale sarebbe poi riprendere questa conversazione dopo che un po di tempo, tipo un paio di giorni: questo vi permetterà di rimuovere qualsiasi dubbio finale e, allo stesso tempo, fungerà anche da eccitante preliminare per la volta successiva.

Hanno tutti bisogno dell’aftercare?

No, non tutti. Ci sono persone che sono a proprio agio senza bisogno di cure e altre che magari preferiscono stare da sole. Per questo è importante parlarne prima di cominciare. Se ti stai avvicinando al BDSM con il tuo partner e non sei sicuro di quale tipo di cure abbiate bisogno dopo la pratica che avete in mente, parlarne dopo averla vissuta può essere il modo migliore per scoprirlo.

Infine, molti pensano che sia esclusivamente il partner dominante, detto Master, a prodigare le sue cure al sottomesso che ha subito la pratica, ma in realtà così non è.
Il partner dominante può sperimentare la stessa fatica fisica del partner sottomesso e avere bisogno delle stesse rassicurazioni o dello stesso ‘tempo di mezzo’ per tornare alla realtà normale della propria coppia.

Non c’è un unico modo di fornire o ricevere ‘aftercare’, l’unico vero segreto è di essere aperti con il partner, attenti e ricettivi ai suoi bisogno fisici ed emotivi, senza dimenticare le proprie esigenze.

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