Mantenere vivo il desiderio in convivenza

Come mantenere una vita sessuale attiva quando si convive 24/7

 

 

 

Questo articolo è stato realizzato con il contributo della dott.ssa Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa, esperta in educazione sessuale.

Uno dei cambiamenti più evidenti introdotti dalla pandemia e, diciamocelo, anche uno dei più belli, è stato indubbiamente la diffusione dello smart working: un nuovo modo di lavorare in cui la maggior parte di quelle professioni che prima si svolgevano tra le quattro mura di un ufficio adesso possono avvenire tra le quattro mura di una casa.

Come tutti i cambiamenti epocali, anche questo influisce su tutti gli aspetti della nostra vita, compreso quello sessuale. Da una parte ci spinge sempre di più a rivolgerci agli spazi online per incontrare nuove persone, dall’altra pone anche le coppie consolidate di fronte a nuove sfide.

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Se invece sei parte di una coppia consolidata, eccoti 5 modi per mantenere la scintilla accesa tra di voi, quando oltre al letto condividete anche la scrivania.

1. Pensare più che improvvisare (sì, anche il sesso)

Quando tutto abbiamo voglia di fare, tranne il sesso, le possibilità che questo non desiderio si trasformi in realtà sono altissime. E possono passare settimane e anche mesi in cui non ci si sfiora o in cui i nostri incontri non sono molto più di uno scambio fisiologico che ci lascia emotivamente e fisicamente indifferenti. Questa condizione è del tutto naturale e comprensibile quando si è in una coppia consolidata da tempo e quando si vive sotto pressione o in situazioni di stress, a maggior ragione se si condividono anche gli stessi spazi h 24!

Per questo è importante dedicare un giorno, una serata, un momento della settimana al sesso. Vostro figlio ha la lezione online di musica dalle 3 alle 4 tutti i martedì che, guarda caso, è anche il momento in cui entrambi potete prendervi una pausa? Ottimo. Il mercoledì sera è la vostra giornata preferita perché siete abbastanza in moto dopo un weekend di relax e non ancora troppo stressati dalla settimana lavorativa? Benissimo.

Insomma, qualunque sia il criterio che vi fa prediligere un momento, l’importante è che sappiate che, male che vada, almeno mercoledì sera ci si dà da fare. Sembra una sciocchezza ma, fidati, non lo è. Questa idea che il sesso sia un accadimento spontaneo, frutto di un desiderio sempre alle stelle, è fittizia come i film che ce la vendono. La sessualità, come tutto il resto in una relazione di lunga data, richiede impegno e dedizione. L’errore cognitivo a cui andiamo incontro può essere quello di pensare alla programmazione come qualcosa che svilisce o impoverisce la nostra intimità. Non è così se immaginiamo il programmare come sinonimo di “pensare o fantasticare” per poi realizzare qualcosa che troviamo sfizioso!

Quindi vai di programmazione. E vedrai che la fame vien mangiando.

2. E l’astinenza

Magari non fate l’amore da mesi e non ve ne siete neanche accorti. Ma quando invece ve lo dichiarate: da oggi, per tot giorni, niente sesso, è molto probabile che il primo impulso che proverete sarà un impellente desiderio di farlo.

Il rovescio della medaglia del punto sopra: così come ci sono i giorni sì, ci possono essere i periodi no. Sceglieteli insieme. Discutetene. Da oggi, per tot giorni o ore non ci si sfiora neanche con un dito. Sarà un toccasana per la vostra libido. E, ogni tanto, siete autorizzati a barare.

3. Dedicati del tempo in solitaria – l’autoerotismo

I momenti di autoerotismo non sono solo occasioni in cui appaghiamo il nostro corpo, ma anche momenti in cui coltiviamo le nostre fantasie e ne creiamo di nuove. Soprattutto quando si convive 24 ore al giorno e si condivide tutto, è fondamentale ritagliarsi dei momenti per sé. Se lo spazio lo consente, chiudete la porta in faccia al vostro amore per rimanere soli con voi stessi. E i vostri sex toys.

Soprattutto le donne, talvolta, fanno fatica ad immaginare i momenti di autoerotismo come qualcosa di arricchente anche per la coppia. Non di rado, nell’immaginario femminile, ancora oggi l’idea è quella per cui se si ha una vita sessuale appagante con il/la proprio/a partner l’autoerotismo non “serve”. Invece, l’autoerotismo resta un comportamento fondamentale nella vita di ogni essere umano: parla di cura di sé, di conoscenza del proprio corpo, di scarica della tensione… e molto molto altro.

Se la conformazione del vostro appartamento non vi garantisce la privacy necessaria, uscite a turno in modo da lasciare all’altro qualche ora di intimità.

4. Dedicati del tempo in solitaria – la cura di sé

Così come il sesso non è solo la penetrazione, ma è fatto anche di baci, contatto e carezze, l’autoerotismo, in senso lato, non è dato dalla sola masturbazione. Ritagliamoci, entrambi, dei momenti in cui ci dedichiamo al nostro corpo. Qualunque sia il tuo rituale di cura personale, fai in modo che diventi almeno un appuntamento settimanale. Può essere una doccia più lunga del solito, può essere una piega speciale che ti dai ai capelli, può essere un indumento che ti fa sentire sexy. Può essere il bicchiere di vino che ti concedi al termine di una giornata di lavoro o ordinare cibo dal tuo ristorante preferito. Sii gentile e indulgente con te stesso/a, ti metterà nel mood per essere indulgente e gentile anche con il partner. E come sempre, da cosa nasce cosa.

5. Ritagliati del tempo offline

Ora che, per molti di noi, non ci sono più ritmi e rituali precisi a scandire il tempo del lavoro e quello del relax, è frequente che l’uno sconfini nell’altro. Che buttiamo del tempo a guardare video divertenti su YouTube durante le ore di lavoro e leggiamo le email del capo mentre guardiamo la nostra serie preferita.

Scegliere un tempo, possibilmente ogni giorno, ma almeno ogni tanto, in cui siamo entrambi presenti a noi stessi e all’altro è fondamentale per ritrovarci connessi come coppia. Sapere che in quelle due ore in cui stiamo accoccolati sul divano a guardare un film o a parlare della nostra giornata non arriveranno notifiche a distrarci da quello che stiamo facendo è un presupposto importante per ogni forma di intimità, anche quella fisica.

E tu? Che strategie hai adottato per adattarti a questo nuovo modo di convivere?

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