Esisteva un mondo, fino a non molto tempo fa, in cui la sessualità accettata era solo una, quella eterosessuale, e altri orientamenti, pur conosciuti, venivano stigmatizzati dalla società e vissuti nell’ombra, tranne in pochi, pochissimi casi.
Poi, lentamente, una battaglia alla volta, nella gran parte delle società occidentali, sono stati riconosciuti altri orientamenti e si è riservata una nuova attenzione anche a modi di vivere la sessualità che, fino a poco tempo prima venivano sbrigativamente catalogati come sbagliati, se non addirittura patologici.
È in questa atmosfera di apertura verso forme di sessualità meno riconosciute e conosciute che nasce il ‘caso’ dell’asessualità. Trattandosi di un fenomeno osservato solo in tempi relativamente recenti, anche a livello scientifico, non c’è ancora materiale di riferimento ampio come per il comportamento etero o omosessuale e, soprattutto, non ci sono ancora studi e ricerche che possano supportare un consenso condiviso sulle molteplici sfaccettature del fenomeno.
Asessualità, come viene definita
Alcuni studiosi e alcune persone parlano di asessualità quando un uomo, donna o persona non binaria non prova attrazione sessuale. Gli asessuali vivrebbero in maniera del tutto comune l’aspetto emotivo dell’amore, ma non proverebbero desiderio nei confronti della persona oggetto del proprio interesse anche se, in alcuni casi, può esserci una forma di attrazione.
Asessualità, cosa non è
L’asessualità non va confusa con la castità, ovvero una scelta consapevole di non dare seguito alle proprie pulsioni carnali, per convinzioni di carattere religioso o per scelte di altro tipo.
L’asessualità deve essere distinta anche dal disturbo del desiderio sessuale, una vera e propria patologia, in quanto l’assenza di desiderio non viene fatta risalire a fattori patologici, né viene percepita con sofferenza dalla persona asessuale, non causa cioè il famoso “personal distress”.
Alcuni studiosi, la considerano di fatto un vero e proprio orientamento sessuale.
Le persone asessuali si masturbano?
Ebbene sì, uno dei tratti forse più difficili da capire nella definizione dell’asessualità è che l’assenza di desiderio per l’altro non coincide necessariamente con la mancanza di pulsioni sessuali. Le persone asessuali possono masturbarsi sia per rispondere a un bisogno fisiologico, sia per appagare la propria libido. Libido che però non si manifesta tendenzialmente nei confronti di un/a partner.
Le persone asessuali hanno delle relazioni sentimentali?
Sì, le persone che si definiscono asessuali hanno relazioni e non necessariamente con altre persone asessuali. Come accennato in precedenza, l’assenza di desiderio non significa che la persona sia anche aromantica (non provi attrazione romantica) o che non desideri altri tipi di intimità fisica e affetto.
Quanto a come queste relazioni “funzionino”, c’è la più grande varietà; alcune persone asessuali sono disponibili ad avere rapporti sessuali con il/la proprio/a partner anche se non provano alcun desiderio spontaneo, altre adottano un modello di relazione non monogamo e altre ancora non hanno rapporti sessuali. Quando si tratta di compatibilità in una relazione, a nostro avviso una comunicazione aperta su bisogni e aspettative è necessaria affinché le cose funzionino.
E se io o il mio partner fossimo asessuali?
Rendersi conto di essere asessuali, o “ace” (un’abbreviazione che, in inglese, suona molto come l’inizio della parola ‘asexual’), può essere un processo non facile, prima di tutto perché non esiste, ad oggi, una definizione chiara e concordata di cosa questo termine significhi e anche perché viviamo in una società iper sessualizzata in cui si dà per scontato che qualsiasi persona sana debba manifestare un appetito sessuale. In parte per far fronte a questo problema è nato, nel 2001, ad opera di David Jay, l”Asexuality Visibility Network’, che ha anche una versione in italiano qui e che può essere un ottimo punto di partenza per rispondere a qualsiasi domanda tu possa avere e per metterti in contatto con altre persone con cui parlarne.
Questo articolo è stato realizzato con il contributo della dottoressa Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa, esperta in educazione sessuale.
Leggi anche: Demisessualità: tutto quello che devi sapere