Questa storia che parla di una lettura molto interessante ci è stata inviata da Tommaso G. Se anche tu vuoi farci leggere il tuo racconto erotico, contattaci qui.

Dovevo riuscire a far impazzire quel ragazzo quanto lui era abile nel disorientarmi. Dargli piacere a piccole dosi, fargli desiderare che quel piacere continuasse, interrompere il climax negando ciò che dapprima gli era stato concesso: questa era la mia strategia.

Mi morsi il labbro tenendo gli occhi fissi nei suoi, volevo scoprire il suo limite, desideravo portarlo sul baratro del desiderio. Leonardo colse la mia provocazione e portò le sue labbra alle mie baciandole, quell’umido contatto risvegliò i miei sensi. Il bacio si fece più passionale e coinvolgente, ogni movimento della sua lingua mi stregava sempre di più, lui se ne accorse e ritraendosi mi privò di quel piacere per poi restituirmelo, amplificato, al bacio seguente. In quell’istante mi ricordai dei miei intenti e ripresi il controllo della
situazione: “Per il momento può bastare, ma tra venti minuti potrai raggiungimi nella mia stanza, mi preparerò per te”, poi avvicinandomi al suo orecchio giocai a stuzzicarlo “Pensi di poter resistere tutto questo tempo?” Il volto di Leonardo si fece carico di desiderio e frustrazione,
acconsentì con un cenno del capo. Ma questo non mi bastava, volevo farlo impazzire: “Ora che ci penso… la camicetta non mi serve, troverò di meglio da indossare”, mi alzai iniziando a giocare con i bottoni, li slacciai avendo cura che il tessuto non rivelasse ciò che custodiva preziosamente, poi decisi di farla scivolare a terra per rivelare i miei capezzoli: pensarmi seminuda mentre mostravo le mie grazie, provocò un formicolio tra le mie gambe.

Abbassando lo sguardo mi accorsi dell’erezione che tutta quella situazione aveva provocato in Leonardo, la guardai compiacendomi del frutto del mio lavoro. Prima che mi provasse a seguire in preda all’eccitazione sfilai di fronte a lui, quando arrivai davanti alla mia camera esitai, mi voltai verso Leonardo e guardandolo per gustarmi la sua espressione eccitata, afferrai un lembo delle mutandine, poi piegandomi lo accompagnai fino al pavimento: “consideralo un antipasto” e così dicendo entrai chiudendo la porta dietro di me.

Trattai la mia preparazione con grande ritualità. Indossai una lingerie che alternava pregiate lavorazioni in pizzo a spazi scoperti, quel succedersi di pieni e vuoti creava un gioco di trasparenze dove l’immaginazione doveva fare solo parte del lavoro. Mi misi un’elegante colonia e trascorsi il resto del tempo fantasticando e curando il trucco; quando lui entrò ero ancora seduta sul bordo del letto mentre con un rossetto finivo di ritoccare i contorni delle labbra. Leonardo divorò con lo guardo ogni centimetro del mio corpo: “Finisco di prepararmi e sono da te, puoi aspettarmi fuori nel frattempo”, dissi per testare il suo grado di resistenza. “Credi di poter continuare a provocarmi senza conseguenze?” mi intimò afferrando il mio fianco con una mano mentre con l’altra mi porse un romanzo: “Se ti aspetti che continui, voglio che tu lo legga ad alta voce. Qualunque cosa accada non dovrai mai fermarti, intesi?” Quelle parole arrivarono con una determinazione alla quale non seppi resistere: con sguardo complice afferrai il libro, ne aprii una pagina e iniziai a leggerla. Leonardo prese a baciare il mio ventre, salendo giunse lentamente ai mei seni, scostò il tessuto del reggiseno e con i suoi baci raggiunse anche quello spazio di pelle che si era appena conquistato.

Mi liberò dal reggiseno e si concentrò sui miei capezzoli, la sua lingua li solleticò fino a renderli turgidi. L’eccitazione cominciò a trasferirsi sulla lettura, la mia voce si fece ansimante. Leonardo ripercorse la strada fino al mio ventre, questa volta da lì discese incontrando il lembo delle mie mutandine, giocò con il loro elastico scoprendo e ricoprendo gli ultimi centimetri che lo separavano dal luogo del mio massimo piacere. Con l’indice si insinuò impercettibilmente nel mio intimo e ne percorse tutta l’area, quei tocchi ravvicinati mi elettrizzarono, gli umori inumidirono la stoffa del mio pizzo. Leonardo prese contatto con quella stoffa, assaggiando tramite essa le gocce del mio piacere, quella pressione sul mio sesso bagnato mi mandò in estasi. Trasalii incespicando sulla frase che stavo pronunciando, la lettura di quelle pagine fondeva piacere e tormento, continuare era ad ogni sillaba più difficile.

“Spero che quello che sto per fare non ti distragga, non vorrei che venissi meno al nostro accordo per causa mia” e così dicendo mi sfilò le mutandine lasciandomi completamente nuda. Leonardo posizionò la bocca sul mio clitoride iniziando a descrivergli attorno piccoli movimento concentrici con la sua lingua, quelle rotazioni mi resero le gambe tremanti, facendomi emettere una serie di gemiti che mi sottrassero per qualche istante dalla lettura. Al suono del mio godimento Leonardo intensificò il suo lavoro di lingua mentre inserì il suo indice dentro di me, l’incontro di quei due gesti mi fece perdere completamente il controllo. Sull’orlo dell’orgasmo le mie braccia si abbandonarono lasciando cadere il libro sulle coperte, chiusi gli occhi e inarcai il corpo pronta a raggiungere l’apice del piacere; in quel momento Leonardo si fermò. “Che… cos… cosa fai?” dissi a fatica ansimante: “Abbiamo un patto, ricordi?” mi rispose sorridendo maliziosamente: “Quanto sei perfido!” dissi io mentre con grande sforzo ripresi il romanzo continuandone la lettura. Questa volta Leonardo si alzò, abbassò la zip dei pantaloni e li sfilò insieme ai boxer, la sua erezione era una vista magnifica. Con la punta del suo membro prese a stuzzicare il mio ingresso, poi con un movimento del bacino mi penetrò. L’intensità di quel gesto mi fece urlare ottenendo quello che probabilmente era l’effetto desiderato. Iniziò a muoversi dentro di me con una serie di rapidi colpi, il tentativo di proseguire quelle pagine si dissolse di fronte al godimento che lo sfregamento dei nostri sessi mi procurava. “Oddio, sto per ve… ” ad un tratto la frase che stavo leggendo proseguì in un climax crescente, le lettere lasciarono spazio al godimento, le gambe si fecero tremanti, il respiro corto, i gemiti arrendevoli; l’orgasmo mi travolse, un lungo e avvolgente orgasmo che mi gustai in ogni sua sfumatura.

Sfinita, lasciai distendere il mio corpo nudo sulle coperte, mentre godevo degli ultimi spasmi che quell’orgasmo mi aveva regalato. Anche Leonardo non seppe resistere alla vista del mio godimento, accolsi i suoi caldi fiotti dentro di me; entrambi ci distendemmo sfiniti, poi Leonardo ancora con il fiato corto si avvicinò al mio orecchio: “Questo è il genere di letteratura che preferisco! e accarezzando i miei seni aggiunse: “Per fortuna ci restano molti altri romanzi da condividere”.

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