Betony Vernon, creatrice di meravigliosi gioielli erotici, si racconta a LELO

Siamo molto felici di aver avuto la possibilità di intervistare Betony Vernon: designer, autrice e antropologa sessuale, i cui meravigliosi lavori impreziosiscono, da oltre 20 anni, i corpi e i boudoir di tutti coloro che nutrono una predilezione per gli oggetti squisiti ed erotici.

Che cosa ti ha portato a realizzare gioielli ispirati all’erotismo?  Hai cominciato a lavorare l’oro avendo in mente questo tipo di creazioni o è un’idea che ti è venuta in seguito?

Ho cominciato a creare gioielli all’età di 17 anni e ho disegnato la mia prima collezione erotica nel 1992 (la famosissima Sado-Chic Collection); nata come una risposta a una lacuna che ho notato nel mercato dell’erotismo classico, dove sesso e lusso non erano mai associati. La collezione Sado-Chic rimane il lavoro per cui sono riconosciuta e il punto di partenza per quella che è poi diventata la collezione di gioielli erotici Paradise Found.

Non avevo davvero alcuna idea di dove le collezioni erotiche mi avrebbero portata, ma mi sono concentrata unicamente su di esse sin dal 2001. Sono stata sempre ispirata dalla narrativa erotica e, da adolescente, collezionavo BIZARRE (una rivista inglese alternativa). È questa l’estetica che ha informato le mie prime creazioni erotiche.

Quanto la tua formazione in storia dell’arte ha condizionato il tuo lavoro, sia i gioielli che la tua scrittura?

La mia formazione mi ha permesso di avere una conoscenza generale dell’ornamentazione corporea nel corso della storia, tuttavia credo fermamente che non si debba guardare al passato o a quel che è stato già fatto, come forma di ispirazione per creare qualcosa di nuovo.

Mentre studiavo storia dell’arte mi sono dedicata anche a studi religiosi, poiché arte e religione sono state indissolubilmente legate fino al XVII secolo. La mia passione per le religioni del mondo ha influenzato la mia filosofia del budoir così come il mio design. Considero il corpo come un tempio e il mio scopo, attraverso il mio lavoro e gli oggetti che disegno, è di glorificare l’istinto umano che ci spinge a perseguire un piacere, un’intimità e un amore più profondi.

La tua prima collezione erotica Sado-Chic è nata nel 1992, che differenze noti nel tuo settore tra allora e adesso?


Quando ho cominciato la collezione Sado-Chic tutto quello che aveva a che fare con il sesso era considerato off limits. La moda e il design potevano essere sexy, ma non apertamente sessuali. Il 2017 segna il 25° anniversario della collezione Sado-Chic e non sento più la necessità di difendermi. Ciononostante, esiste un’enorme differenza tra ciò che è considerato sessualmente accettabile e non, soprattutto tra i rivenditori di moda. Ho capito subito che avrei dovuto realizzare ‘clandestinamente’ i miei design erotici dopo che una famosa istituzione mi ha detto che le creazioni erotiche che seguivano i miei lavori più classici erano inaccettabili per la loro clientela.

Questa esperienza e molte altre reazioni simili mi hanno fatto capire che stavo aprendo una strada nuova e che avrei dovuto scegliere con più accuratezza a chi presentare le mie creazioni. Nel 2001 sono venuta allo scoperto e ho iniziato i ‘salotti’ dedicati al benessere sessuale nel Regno Unito, in Francia e in USA. Avevo capito che avrei dovuto diventare un’educatrice se volevo proseguire sulla via del design erotico.

Questi ‘salotti’ sono diventati il punto di partenza per la stesura del mio primo libro, The Boudoir Bible che è stato pubblicata da Rizzoli International ed è oggi disponibile in 5 lingue (non ancora in italiano purtroppo).

Vista la diversità che ha caratterizzato i tuoi lavori fino adesso, ce n’è qualcuno che preferisci?

Uno dei pezzi che amo di più è quello che mi ha fatto capire che il mio lavoro poteva rinforzare i legami intimi; il Sado-Chic Kit può essere indossato come 3 pezzi separati, o uniti a creare un unico gioiello per la mano che, a sua volta, può essere condiviso con l’amante. Essere legato, anche solo simbolicamente, a qualcuno con cui hai una relazione sessuale è un’esperienza molto intensa.

C’è un tipo di oggetti che avresti sempre voluto creare ma con il quale ti devi ancora cimentare?

Ho sempre voluto ampliare il mio repertorio con le vibrazioni.

C’è un pezzo, tra quelli realizzati su commissione, particolarmente degno di nota?

Indubbiamente uno degli oggetti più memorabili che abbia realizzato su richiesta è stato un collare commissionato da Swarovski e indossato da lady Gaga nel video della canzone Paparazzi.

Qual è il consiglio che ti ritrovi a dare più spesso in ambito sessuale?

Incoraggio le persone ad usare il corpo nella sua interezza come un tutt’uno sessuale, perché se ci focalizziamo solo sui genitali, ci ritroviamo a fare sesso velocemente e il sesso veloce non fa nulla per rivelare il potenziale del nostro corpo quando si tratta di provocare un piacere profondo e, mi verrebbe da dire, trascendentale.

Inoltre, spingo le persone a esplorare i mezzi e le tecniche di stimolazione di tutto il corpo, per trattare davvero l’intero corpo come un organo sessuale. Promuovo l’uso di vibratori e dildo come un modo per alleggerire l’uomo della responsabilità della performance: non c’è niente come un vibratore o un dildo per prolungare la durata delle nostre cerimonie sensuali.

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