L’eiaculazione femminile e le sue conquiste

Un crescente interesse circonda l’eiaculazione femminile, anche (erroneamente) definita ‘squirting’, vuoi perché è uno dei termini più cercati dalle donne sui siti porno, vuoi perché una legge ne ha vietata la rappresentazione nei filmati porno nel Regno Unito, sollevando un polverone di polemiche legate alla diversa percezione e legittimità dell’orgasmo femminile e maschile.

Un’infarinatura di storia

L’eiaculazione femminile era conosciuta nell’Asia antica ed è menzionata in numerosi testi taoisti a partire dal IV secolo  e, insieme al punto G, era ben nota anche in India, tanto da essere descritta in dettaglio in molti testi della tradizione sanscrita dedicati all’amore  (il più famoso dei quali è il Kamasutra) mentre nella cultura occidentale la sua nozione è ancora più antica, essendo citata già da Aristotele nel III secolo a.C. e poi da Galeno.

Poi, per lungo tempo, se ne sono perse le tracce. O quanto meno si sono diradate.

È l’olandese Regnier de Graaf a individuare nella seconda metà del ‘600 quella che viene definita come la prostata femminile, ovvero un insieme di ghiandole a cui, circa due secoli dopo, Alexander Skene attribuì il suo nome, e la funzione di produrre un liquido atto a lubrificare i genitali femminili e ad aumentare il desiderio sessuale nella donna.

Funzione che è a tutt’oggi confermata. Queste ghiandole si trovano comprese tra l’osso pubico e la parete frontale della vagina e fanno parte di quello che attualmente viene definito ‘paesaggio erogeno’, per sottolineare come non si tratti di un punto preciso ma piuttosto di un insieme di terminazioni (come la radice del clitoride) la cui stimolazione porta la donna all’orgasmo. Come la prostata è coinvolta nell’orgasmo anale maschile, le ghiandole di Skene lo sono in quello femminile.

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Ci sono poi alcune civiltà in cui la capacità di eiaculare è considerata sinonimo di maturità femminile, come tra gli abitanti di Papua Nuova Guinea, in cui le donne possono sposarsi solo dopo aver eiaculato o nella tribù Batoro (Uganda), dove addirittura sono le donne più anziane e insegnare a eiaculare alle più giovani (!).

L’eiaculazione femminile (ancora ci si domanda se) esiste?

Spesso l’eiaculazione femminile viene considerata alla stregua dello squirting, ma si tratta in realtà di due fenomeni diversi, anche se contigui, come ci spiega il dott. Ian Kerner, autore del bestseller Lei viene prima ‘Alcune donne riescono a ottenere lo squirting volontariamente mentre per altre è una reazione involontaria. Alcune donne provano piacere, altre no.’ Lo squirting corrisponderebbe all’espulsione di grandi quantità di liquido inodore e incolore, mentre l’eiaculazione femminile sarebbe l’emissione di un liquido più consistente, bianco e in quantità decisamente inferiori.

La realtà è che la micro anatomia degli organi sessuali femminili è ancora avvolta nel mistero e non esiste una visione unanime del mondo scientifico per quanto li riguarda. Le ghiandole di Skene che sarebbero all’origine del fenomeno dello squirting si trovano molto vicine a quell’area che viene definita punto G e vengono considerate la versione femminile della prostata. Le ghiandole sono preposte alla produzione di ormoni, ma durante l’eccitazione producono anche fluidi. Questo fluido può essere espulso dopo una stimolazione particolarmente vigorosa o prolungata.

Ma la domanda rimane: perché l’eiaculazione esiste? A cosa serve lo squirting?

Perché le donne eiaculano

‘La capacità per le donne di eiaculare  è probabilmente un prodotto secondario della selezione di questo tratto negli uomini. Così come i capezzoli maschili sono un prodotto secondario della selezione della funzione cruciale dei seni nella donna.’ Dice il dr. Kerner. ‘I genitali maschili e femminili sono omologhi (i genitali maschili crescono all’esterno, quelli femminili all’interno) e si differenziano solo dopo alcuni mesi dalla formazione del feto.’

Ma se l’eiculazione femminile è solo un ‘fossile’, perché resiste ancora in questo stadio della nostra evoluzione?

Probabilmente a causa delle varie funzioni interessate: le ghiandole di Skene rimangono comunque attive, anche quando non sono coinvolte nell’eiaculazione. Esattamente come la prostata maschile, sono continuamente al lavoro, aiutando la funzione sessuale in mille modi, dalla lubrificazione al mantenimento di un ambiente pulito. Se la fisiologia che genera l’eiaculazione femminile è indispensabile, altrettanto deve esserlo l’eiaculazione femminile in sé. Può essere un prodotto secondario, ma non un fossile.

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Cosa accade nel porno?

Come accennato in precedenza, nel 2014 la rappresentazione dello squirting è stata messa al bando dal mondo del porno nel Regno Unito, con la motivazione che non c’è alcuna distinzione tra una donna che eiacula e una donna che urina.

E qui sta un po’ il busillis, ovvero: l’eiaculazione femminile è il rilascio di un liquido in seguito a un particolare orgasmo e a un particolare tipo di stimolazione o non è piuttosto un semplice fenomeno di incontinenza, legato alle contrazioni dell’orgasmo? Gli studi più recenti sembrano dimostrare l’esattezza della prima ipotesi, in quanto il liquido espulso, pur contenendo tracce di urina, si differenzia da essa e contiene un enzima che ritroviamo anche nello sperma.

Quindi se l’eiaculazione femminile è, letteralmente, l’equivalente dell’eiaculazione maschile, perché c’è così tanta differenza nel modo in cui sono percepiti? È evidente che esiste una disparità nel modo in cui si guarda all’orgasmo maschile e a quello femminile. E anche se lo squirting è un fenomeno raro, che riguarda solo il 10% delle donne, questo non significa che non esista.

E qui si apre un dibattito infinito tra correnti di pensiero che considerano l’eiaculazione femminile una specie di invenzione maschile, creata sul modello del godimento dell’uomo, e altre che rivendicano il diritto e la capacità anche per le donne di eiaculare.

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Indubbiamente il corpo e il piacere delle donne sono stati da sempre terreno di battaglia di ideologie, religioni e scuole di pensiero. Altrettanto indubbiamente il mistero della femminilità si presta a elucubrazioni e congetture.

Una cosa è certa, il piacere femminile è, infinitamente più di quello maschile, una conquista che passa per un affascinante percorso di conoscenza di sé, sperimentazione e scoperta del proprio corpo.

Un percorso che è sempre bello intraprendere.

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