LELO_VOLONTE_Dipendenza da porno

La dipendenza da porno: cos’è, come si manifesta e come si affronta

Questo articolo è stato scritto dal dott. Matteo Radavelli, psicologo e psicoterapeuta che ha già affrontato per noi il problema della disfunzione erettile. Qui ci parla della dipendenza da pornografia. Se vuoi seguirlo, lo trovi su tutti i principali canali social. 

Internet è presente in quasi tutti gli aspetti della nostra vita. Può sembrare una cifra esorbitante, ma si stima che all’incirca il 12% di tutto il contenuto di internet sia a sfondo pornografico. Negli Stati Uniti, circa il 13% della popolazione consuma pornografia in maniera regolare. Secondo l’orami famoso report pubblicato da PornHub ogni anno, l’Italia, nel 2019, si posiziona al 7° posto nella classifica dei paesi che hanno generato più traffico su siti pornografici. Per questo, è un fenomeno interessante da studiare e che merita tutta la nostra attenzione.

Come devo considerare la dipendenza da pornografia?

Assistiamo al giorno d’oggi al fenomeno delle ‘nuove dipendenze’, così definite perché, rispetto al passato, la dipendenza non è associata all’assunzione di sostanze bensì all’esecuzione di un comportamento, spesso comune e normale ‘in piccole dosi’, che si trasforma in patologia. È questo il caso della dipendenza da pornografia.

In queste cosiddette ‘new addiction’, quindi, l’oggetto di dipendenza è un comportamento o un’attività lecita e socialmente accettata.

Quali caratteristiche ha la dipendenza da pornografia?

L’incidenza è tale che molti studiosi sono concordi nell’affermare che queste nuove forme di dipendenza siano emblematiche della postmodernità, eppure non esiste, ad oggi, una classificazione ufficiale che permetta di inquadrare questi comportamenti disfunzionali in categorie precise. Per questo facciamo riferimento ad altri disturbi dal meccanismo simile: il disturbo da uso di sostanze, i problemi del controllo degli impulsi e quelli compresi nello spettro dei disturbi ossessivo-compulsivi.

Gli esperti suggeriscono che uno dei criteri per classificare il desiderio di usufruire di contenuti pornografici (un desiderio, evidentemente, più che normale) tre le dipendenze è la presenza di pensieri persistenti che spingono l’utente a consumare la pornografia: l’unico modo per sfuggire da questi pensieri asfissianti è, per l’appunto, visualizzare il sito pornografico. 

Più grande è lo sforzo che la persona esercita per controllare il suo stimolo a visualizzare i contenuti pornografici, più serio è il problema di dipendenza. 

“Dottore, ma la pornografia è deleteria rispetto al desiderio sessuale?”

Qualora sia l’unica modalità per accedere alla sessualità sì, potrebbe esserlo. La persona, per provare piacere, si abituerà ad usare solo ed esclusivamente la pornografia correndo il rischio di diventarne un utilizzatore compulsivo e il desiderio sessuale verrà vissuto esclusivamente come un piacere solitario.

Ad oggi è possibile avere un cellulare con un accesso a internet per usufruire di contenuti sessuali e pornografici in qualsiasi momento. In tal modo, a differenza di quando la connessione a internet non era così immediata, è possibile un uso continuo,  illimitato, esclusivo e non controllabile (per esempio, per i minori), della pornografia. 

I primi approcci sessuali possono generare ansia, paura, emozioni, mentre l’autoerotismo, a paragone, può sembrare molto più rassicurante e ‘semplice’. Non ci chiede di metterci in gioco e non ci sottopone a nessun confronto con l’altro. Per questo può essere più facile per i giovani soddisfare il proprio desiderio attraverso la pornografia in un crescendo che porta alla dipendenza piuttosto che affrontare uno scambio reale, in un ambiente non controllato, in cui ci si apre alla possibilità di delusione.   

Quali sono le implicazioni della pornodipendenza sulla vita sessuale?

Capita molto spesso che giungano in terapia ragazzi che chiedono: “Dottore posso essere diventato porno dipendente, vedere tutti questi porno può avere modificato il mio modo di avere rapporti sessuali?”.  La risposta naturalmente è estremamente personale e deve essere valutata caso per caso, tuttavia l’aspetto interessante sono le due implicazioni che il porno può avere sulle relazioni intime.

La prima implicazione è che si può riconoscere una specie di impoverimento emotivo. Vedere dei rapporti sessuali strutturati in un certo modo può portare a cercare di riprodurli nella vita reale: nel porno infatti tutto è veloce, rapido, preciso.  Di conseguenza, l’atto sessuale viene vissuto come una performance da osservare dall’esterno, piuttosto che come un’esperienza da vivere dall’interno. Questo porta alle conseguenti delusioni nella propria coppia: vivere un atto sessuale è molto diverso dal vederlo, ciò che funziona in video non è detto funzioni nella vita reale.

Il secondo aspetto è quello della prestazione, replicare tutto diventa una sfida con sé stessi, quindi un criterio, un sistema valutativo che l’altro pone su di me. Il rapporto sessuale diventa pertanto un momento di tensione sotto l’occhio di bue della videocamera interna pronta ad attribuire un giudizio.

Come corollario a questi due aspetti ne troviamo un terzo, presente soprattutto negli adolescenti i quali, utilizzando la pornografia, la prendono come punto di riferimento per la realtà. Per cui non solo tendono a riprodurre dinamiche tipiche da film porno, ma ritengono che attori che sono stati scelti anche per le dimensioni dei loro genitali, rappresentino invece la normalità. Si instaura così la cosiddetta dismorfofobia peniena: ragazzi che hanno genitali adeguati che, paragonatisi ad attori porno, si sentono inadeguati o che pensano di non durare abbastanza rispetto ai rapporti che vedono in video e che sono, evidentemente, il frutto di un sapiente lavoro di montaggio. 

Le implicazioni principali che notiamo sono dunque due: l’impoverimento emotivo e la prestazione che incidono notevolmente sul tipo di rapporto sessuale e probabilmente portano ad un certo scollegamento emotivo tra quello che si sta vivendo e come ci si sente di farlo.

Possibili soluzioni

Come detto il problema non è la pornografia, ma la dipendenza da essa. Quando ci rendiamo conto che questa si “espande” nelle nostre vite diventando ingombrante nelle nostre giornate quasi fosse un dovere, ed alterando la nostra libido, sia individuale che di coppia, allora è giunto il momento di chiedere aiuto ad un professionista.

La sessualità è una delle nostre sfere più intime ed emotive, pertanto dovrebbe essere nutrita ed esplorata e non appiattita alla riproduzione meccanica di uno script.

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