LELO lancia ‘Education Throughout the Nations’ per la Giornata mondiale contro l’AIDS

Da un po’ di anni a questa parte il 1 dicembre non è più solo il giorno che segna l’inizio del conto alla rovescia fino a Natale ma è anche la Giornata mondiale contro l’AIDS.

Trent’anni di lotta contro l’AIDS

Sono passati 30 anni da quando l’immagine della parola AIDS incisa su una pietra tombale ha portato, per la prima volta, il messaggio che esisteva una nuova malattia nelle case di milioni di inglesi. Una malattia mortale, che bisognava combattere.

È stato allora che il mondo, per la prima volta, ha preso coscienza dell’esistenza dell’AIDS.

Questi 30 anni che sono trascorsi hanno visto un progresso strabiliante nella ricerca scientifica e nelle cure, ma hanno di contro registrato ben magri passi avanti nell’informazione, nella mentalità delle persone che è un terreno così fertile al diffondersi della malattia.

Se infatti la scienza ha fatto progressi tali che permettono, oggi, a una persona che si accorga tempestivamente di aver contratto il virus e che abbia accesso alle cure, di vivere una vita praticamente normale, esiste ancora una pericolosa disinformazione attorno alla malattia e ai modi in cui si trasmette.

Basta vedere i risultati dei sondaggi.

I sondaggi di MAC AIDS FUND e di LELO

MAC AIDS FUND, fondazione che da anni si batte contro l’AIDS, ha condotto un sondaggio, dal quale è emerso che:

  • Il 90% di adolescenti intervistati ritiene di essere al riparo dal contrarre la malattia.
  • Il 30% non pensa di poter contrarre la malattia attraverso il sesso non protetto.
  • Il 37% dei giovani intervistati ritiene che alcol e fumo siano più pericolosi per la salute del sesso non protetto.

Mentre i risultati di un sondaggio separato, promosso da LELO, mostrano che:

  • Il 25% degli intervistati non conosce l’aspettativa di vita di una persona che abbia contratto l’HIV.
  • Il 12% è disposto a mettere a rischio la propria salute sessuale pur di fare sesso non protetto.
  • Il 30% delle donne, quando esce la sera, preferisce portare con sé i propri trucchi, piuttosto che un preservativo.

L’impegno di LELO HEX

È chiaro a questo punto che, per raggiungere l’obiettivo che si è posta l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, ovvero debellare la malattia entro il 2030, bisogna incrementare la consapevolezza. A tutto tondo.

Una consapevolezza che permetta di abbattere i pregiudizi che impediscono alle persone che hanno contratto il virus di vivere una vita normale, visto che possono farlo. Ma anche una consapevolezza sui mezzi di trasmissione del contagio, come i rapporti non protetti, etero o omosessuali che siano.

Ed è in questo ambito che LELO HEX™, il preservativo rivoluzionario creato da LELO, considerato, grazie alla sua speciale struttura reticolare, la prima vera innovazione nella forma dei preservativi dopo l’introduzione del serbatoio in punta, può fare molto.

Perché basta un piccolo gesto per proteggersi da una malattia che, nel corso della sua storia ha fatto più di 25 milioni di vittime e che continua a contagiare oltre 3.000 persone all’anno, solo in Italia. Un numero che non sembra destinato a diminuire, costituito per la maggior parte da giovani uomini sotto i 30 anni. Basta indossare un preservativo. Un gesto che, grazie a LELO HEX™, diventa ancora più semplice.

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