Si lascia cadere sulla sedia morbida dell’autobus bus e tira finalmente un sospiro di sollievo. È stata tutta una corsa oggi, prima in taxi, nel traffico, per prendere l’aereo. Poi le ore di attesa a ciondolare in aeroporto, con la stanchezza che si accumula nelle gambe e negli occhi.
Il volo che la mette sempre un po’ in subbuglio e che è puntualmente in ritardo e poi di nuovo la corsa a prendere l’ultimo bus disponibile per arrivare in città.
Di fronte a lei, la campagna si estende dorata nella luce del tramonto estivo, tra spighe di grano mature e dolci colline. Sembra impossibile che tra un paio d’ore potrà essere finalmente a casa, nel cuore della città.
Lui l’ha chiamata e gli ha già fatto un piccolo resoconto telefonico (”Ho dovuto abbaiare!”) della due giorni di riunioni di lavoro. Non crede che avrà la forza per raccontargli molto altro quando si vedranno.
“Non ho più l’età per fare questa vita.” Pensa lei che vorrebbe restare a guardare le dolci colline mentre gli occhi le si chiudono ineluttabili.
Tutto quel viaggiare, tutto quello stress lavorativo, non fanno più per lei. Lui le dice sempre che sembra cavarsela benissimo, che lo stress la mantiene in forma, ma la verità è che non ne ha più voglia. Non ha più ambizioni. Hanno costruito già tanto insieme, hanno la casa che desideravano, i figli adulti in giro per il mondo, è arrivato il momento di fermarsi e contemplare le dolci colline, pensa lei a occhi chiusi, mentre si lascia cullare dalle ruote del bus che scivolano morbide sull’asfalto.
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Quando si risveglia ha la bocca impastata e le membra stanche. Scende con cautela dal bus, aggrappandosi alla maniglia e prende la piccola valigia che il conducente le porge.
Sale sull’ennesimo taxi, l’ultimo per fortuna e, nel breve tragitto che la separa dalla casa dove vive con suo marito, tira fuori uno specchietto dalla borsa e si passa un velo di rossetto sulle guance e sulle labbra, lo stende con gesti sapienti, si ravviva i capelli e, appena fuori dalla macchina, si spruzza una piccolissima dose di profumo.
Venticinque anni di matrimonio, ma lui le fa ancora quell’effetto.
Suona il citofono, non perché non abbia con sé le chiavi, ma perché vuole trovarlo ad accoglierla sulla soglia di casa.
‘Giovanna?’ Domanda lui.
‘Proprio lei!’ Ribatte sentendosi immediatamente meno stanca.
Quando arriva al piano, lo trova, come previsto, sulla porta. E ogni volta, la visione del suo viso gentile, dei suoi occhi miti, del suo sorriso accogliente la fanno sentire veramente a casa.
Lei abbandona valigia e borsa per terra e si rifugia fra le sue braccia. Sono forti e calde e la stringono mentre lui si china ad aspirare il suo odore e a baciarle i capelli. Restano così qualche minuto, abbracciati sulla porta di casa. All’inizio è solo il conforto di due corpi che si ritrovano dopo essere stati separati. Poi, una specie di corrente elettrica passa tra di loro. Lei solleva il viso a baciarlo, lui la invita dentro casa e chiude la porta dietro di lei, trascinando con sé valigia e borsa, ma senza staccare le labbra dalle sue. Il loro bacio si fa più profondo, lei lo sente indurirsi mentre la propria intimità si inumidisce.
Lui continua a baciarla e a guidarla, la conduce fino in camera da letto.
Lei fa per staccarsi, ‘Vado lavarmi le mani.’
‘Dopo.’ Dice lui e, arrivati al letto, la fa sedere. Infila una mano nella sua camicia di seta e afferra con forza uno dei suoi seni, lo stringe, poi passa ruvido un dito sul capezzolo erto sotto il pizzo del reggiseno. Le fa quasi male ma lei non si lamenta mentre si sente bagnare ancora di più.
Con l’altro mano prova a sollevarle la gonna che però è incastrata sotto di lei.
‘Aspetta un attimo.’ Lei è già senza fiato.
‘No, non fare niente.’ Ribatte lui. Tira fuori la mano dalla sua camicia e inizia a strattonare la gonna, di qua e di là finché non riesce a sollevarla oltre i fianchi e lei rimane seduta sul letto con gli slip di pizzo.
Lei si sente goffa con la gonna tutta attorcigliata attorno ai fianchi.
‘Fammi togliere…’ Ma lui la interrompe.
‘Non fare niente.’ Ripete. E lei finalmente decide di abbandonarsi. Si appoggia sulle braccia, inclinandosi un po’ all’indietro per capire meglio che intenzioni abbia: la camicia sbottonata sui seni morbidi, la gonna spiegazzata attorno ai fianchi e gli slip di pizzo, quelli che ha messo per lui, già bagnati della sua eccitazione.
Lui le separa le gambe e si inginocchia tra le sue cosce. Si muove con cautela, non è più giovane nemmeno lui, come dimostrano anche i radi capelli grigi che tiene cortissimi ai lati della calvizie. Ma i suoi gesti sono pieni di una passione che non ha età.
Le infila due dita sotto gli slip e inizia a tirare. Lei sente un primo strappo e sussulta, ma lui continua a tirare e la stoffa le urta contro il clitoride gonfio e le dà piacere e dolore insieme. Inizia ad ansimare lei e lui solleva il suo sorriso mite, mentre le dita continuano a tirare e a strappare. Adesso le sue dita separano i due lembi degli slip che non esistono più e tutto il suo sesso è esposto, bagnato e palpitante, a poca distanza da lui.
Lui solleva una mano e, gentilmente, la spinge, invitandola ad abbandonarsi sul letto. Lei non oppone più resistenza, ma il respiro si affanna ancora di più in attesa di quello che lui le farà.
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Lo sente appoggiare i palmi delle mani ai lati della sua vulva, lo sente aprirle ancora di più la gambe e poi, finalmente, lo sente appoggiare le labbra sul suo sesso. Lo shock di quel primo contatto è tale che lei non trattiene un grido strozzato di piacere. Ma è solo l’inizio.
Lui incolla le labbra sul suo sesso e inizia a succhiare e a lappare, aprendole le gambe con le mani. Lei si allunga sul letto contorcendosi di piacere. La stanchezza gioca a suo favore, rallentando la sua risposta orgasmica, ma sente che non potrà durare molto se lui continua così. Come rispondendo a quel pensiero, lui le infila un dito nella cavità calda e setosa e lei quasi sobbalza a sedere.
‘Lo vuoi?’ Le domanda lui staccandosi per un attimo dal suo sesso madido.
‘Sì! Sì!’ Ansima lei.
Glielo chiede di nuovo e lei allarga le gambe, come a invitarlo dentro di sé. Lo sente armeggiare qualche istante e poi, familiare come l’odore di casa, lo sente entrare, duro e caldo.
Si muovono all’unisono, scomodi entrambi, lui in ginocchio, lei con le gambe piegate oltre il bordo del letto, eppure ogni movimento li porta più vicini.
Bastano pochi colpi.
‘Io ci sono, e tu?’ Domanda lei in un sussurro strozzato. Per tutta risposta lui spinge ancora più forte dentro di lei, aumenta il ritmo e, quando sente gli spasmi dell’orgasmo che la travolgono si lascia andare a un piacere che sembra durare più del solito.
Rimangono esausti, abbracciati sul letto. E Giovanna pensa che potranno anche essere una coppia di mezza età, ma a vederli così, con gli slip a brandelli e i membri pulsanti ancora l’uno dentro l’altro non si direbbe proprio.